Quella iblea è la terra di Dafni, pastore di mucche e buoi, figlio del dio Ermes e della ninfa Dafnide a cui gli antichi attribuirono l'invenzione del canto bucolico. Terra di allevamento di una bella specie bovina dal manto rosso conosciuta come razza modicana, dal cui latte si ricava un formaggio, il celebre caciocavallo ragusano. Terra di latte e di gentilezza poetica. Ma anche terra di miele. Jean Houel, commentando nel Settecento la stampa della vallata, la cava, antistante Ragusa, è colpito dall'uso che si faceva delle tombe sicule come di alveari: "Quando un poeta antico abbisognava di un paragone di cosa dolcissima, squisita e profumata, non sapeva trar fuori di meglio che il miele distillato dalle sicule api iblee, in quella regione ove il timo, fiore prediletto all'ape, l'origano, il ginepro e le altre piante aromatiche crescon spontanee ed abbondanti".
Quindi terra tutta latte e miele, difesa dall'assalto dell'arretratezza e della criminalità mafiosa dai contrafforti dell'altopiano ibleo.

RAGUSA IBLA GALLERY / balcone nobili

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